INSTAURAZIONE DI UN RAPPORTO DI FIDUCIA Molti pazienti odontofobici raccontano di essere stati traumatizzati in passato dalle esperienze con il dentista. Episodi di questo tipo possono risalire a molti anni prima, ad esempio, a seguito di un trattamento eseguito da un dentista poco comprensivo o brusco. Da ciò si può facilmente desumere che un trattamento odontoiatrico di pazienti ansiosi può avere buone probabilità di successo solo se il paziente è in grado di avere piena fiducia nel proprio dentista, dal quale si attende non solo un lavoro ineccepibile, ma anche informazioni chiare ed affidabili circa il trattamento previsto nonché attenzione, pazienza e comprensione per le proprie paure. AMBIENTE RILASSANTE Per il paziente odontofobico lo studio dentistico si presenta come un luogo saturo di tutte le esperienze già fatte in passato. Il condizionamento negativo del paziente ansioso deve perciò essere minimizzato adottando precauzioni adeguate. Studi chiari, ampi e luminosi risultano meno opprimenti per i pazienti fobici rispetto a locali più oscuri, magari con sola illuminazione artificiale ed anche l’arredamento dello studio dovrebbe ispirare un atteggiamento positivo. È da evitare, inoltre, che il paziente in attesa sia raggiunto dagli spiacevoli rumori (trapano, aspiratore) e dai tipici odori causati da un trattamento in corso. Lunghi tempi di attesa favoriscono in genere l’intensificarsi della paura e dovrebbero, perciò, essere evitati se possibile. TRATTAMENTO DELICATO E NON STRESSANTE Oggigiorno un trattamento delicato ed indolore dovrebbe essere un’ovvietà, e non solo per i pazienti odontofobici. L’efficacia dell’anestesia locale è ormai così perfezionata che non solo i trattamenti dentistici, ma anche interventi più importanti possono essere effettuati in modo completamente indolore. La paura del fallimento dell’anestesia è effettivamente infondata, dato che con un’applicazione corretta si ottiene quasi sempre un’anestesia sufficiente. Dato che, però, molti pazienti odontofobici soffrono della paura degli aghi, è necessario usare particolare cautela nel somministrare l’iniezione anestetica. Per minimizzare il dolore della puntura si sono dimostrati efficaci i seguenti metodi:
IL COLLOQUIO PRELIMINARE In linea di massima la prima consultazione con pazienti odontofobici nel nostro studio non ha mai luogo nella sala di trattamento, bensì in una stanza di consultazione dall’aspetto neutrale, completamente priva di strumenti odontoiatrici. Qui, in un’atmosfera tranquilla e rilassata, il paziente può esporre all’operatore il proprio caso ed esternare i propri timori. In seguito, l’operatore gli illustrerà il successivo svolgimento della visita e lo accompagnerà, infine, nella sala di visita. Con il colloquio preliminare abbiamo fatto ottime esperienze, perché rende al paziente molto più facile parlare delle proprie paure e costruire un primo rapporto di fiducia con l’operatore. LA VISITA Molti pazienti odontofobici, dopo aver rifuggito per anni il trattamento dentistico, presentano seri danni a denti, gengive e parodonto. È perciò necessaria una visita approfondita, effettuata però in modo da stressare il meno possibile il paziente. Sin dall’inizio deve essere chiaro che il giorno dell’esame non avrà luogo alcun trattamento, a meno che il paziente non lo desideri esplicitamente, per esempio, in presenza di dolore acuto. Nella maggior parte dei casi viene effettuata innanzitutto una radiografia panoramica (ortopantomografia o OPT), che permette di avere una buona visione d’insieme di tutti i denti e delle strutture anatomiche adiacenti, successivamente il paziente viene accompagnato nella sala di trattamento. Con il consenso del paziente, già in prima visita, si somministra una dose di protossido d’azoto per prova. COLLOQUIO CONCLUSIVO Al termine della visita ha luogo un approfondito colloquio conclusivo. L’operatore spiega al paziente il referto e discute con lui le varie alternative per il trattamento. Il paziente riferisce le proprie esperienze con il protossido di azoto somministrato per prova. Ora è in grado di farsi un’idea vicina alla realtà dello svolgimento di un trattamento dentistico sotto l’effetto del protossido di azoto o di un tranquillante. Dentista e paziente stabiliscono quindi insieme quali fasi del trattamento dovranno eventualmente aver luogo sotto sedazione, cioè sotto l’effetto di protossido di azoto o di un sedativo, oppure se sia persino opportuno effettuare parti del trattamento in anestesia generale. TRATTAMENTO DI PAZIENTI ANSIOSI CON SEDAZIONE Con la sedazione si designa un rilassamento del sistema nervoso centrale che mette il paziente in uno stato di calma ed tranquillità. Il grado di sedazione può variare da un leggero effetto tranquillizzante fino al dormiveglia. A differenza di quanto avviene con la narcosi, il paziente rimane cosciente e mantiene la respirazione autonoma ed i riflessi protettivi. Numerosi interventi medici che possono essere sentiti dal paziente come spiacevoli o dolorosi sono spesso effettuati sotto sedazione. La sedazione è ormai parte integrante anche dell’odontoiatria, e costituisce per i pazienti fobici una valida alternativa al trattamento in anestesia totale. Per i pazienti ansiosi sono disponibili in linea di massima due tipi di sedazione:
Allo stesso tempo la sensibilità al dolore e gli spiacevoli riflessi di deglutizione e di vomito sono fortemente ridotti. Il protossido d’azoto, chiamato anche gas esilarante, formula chimica N2O, è usato in medicina da oltre 150 anni ed è il gas anestetico più antico e meglio studiato. Non a caso è stato un dentista – l’americano Horace Wells – a scoprire nel 1844 l’effetto anestetico di questo gas incolore dall’odore leggermente dolciastro. All’inizio il protossido di azoto è stato impiegato allo stato puro, senza aggiunta di ossigeno, cosa che provocava una temporanea perdita di conoscenza del paziente, ma talvolta anche incontrollabili accessi di riso, cosa che spiega il nome comune "gas esilarante". A quei tempi non si disponeva di anestesia né locale né generale, e perciò si sfruttava il breve periodo di incoscienza del paziente per eseguire rapidamente gli interventi più dolorosi.
Il protossido di azoto si usa con successo in odontoiatria da oltre 150 anni. In passato, quando non si disponeva di un’anestesia locale efficace, risultava particolarmente importante la proprietà di questo gas di alleviare il dolore, mentre oggigiorno è l’effetto ansiolitico ad essere in primo piano. Negli USA, dove oltre il 50% dei dentisti impiega protossido di azoto, negli altri paesi anglofoni, nonché in Scandinavia, la sedazione con protossido d’azoto fa parte del repertorio standard di molti dentisti. Nei decenni passati in molti paesi europei la sedazione con protossido di azoto in odontoiatria era quasi caduta nell’oblio, ma da qualche anno sta tornando alla ribalta. Il protossido di azoto, inoltre, non viene impiegato solo per i pazienti più ansiosi, ma grazie ai suoi piacevoli effetti è apprezzato anche da pazienti che non si considerano necessariamente paurosi. Anche in odontoiatria pediatrica la sedazione con protossido di azoto rappresenta un valido aiuto nel trattamento di bambini impauriti ma collaborativi, che devono cioè accettare la necessità del trattamento odontoiatrico previsto. Il protossido di azoto è inadatto invece per gli "irriducibili" ed i bambini al di sotto dei sei anni, che non sono in grado di respirare consapevolmente attraverso il naso. VANTAGGI DEL PROTOSSIDO D’AZOTO Un enorme vantaggio della sedazione con protossido di azoto consiste nella perfetta regolabilità della procedura: l’effetto ansiolitico inizia immediatamente con i primi respiri e la profondità della sedazione può essere calibrata in qualsiasi momento modificando il rapporto della miscela protossido di azoto/ossigeno. Al termine del trattamento l’afflusso di protossido di azoto viene interrotto ed il paziente respira per alcuni minuti dell’ossigeno puro. Dato che non viene assorbito nel metabolismo, in brevissimo tempo il protossido d’azoto viene completamente espirato ed eliminato dall’organismo, senza provocare i postumi di altri sedativi, che restano in circolo e continuano ad agire per ore. A differenza di tutti gli altri metodi di sedazione il paziente può perciò lasciare lo studio dentistico senza accompagnatore. Negli USA, dove come è noto la normativa che regola la responsabilità civile è severissima, al paziente viene permesso persino, dopo un tempo di attesa di appena 15 minuti, di tornare a casa guidando il proprio veicolo. Per ragioni di sicurezza tuttavia, dopo un trattamento con protossido di azoto noi consigliamo di usare i mezzi pubblici o di essere accompagnati. Un ulteriore vantaggio decisivo è la sicurezza del procedimento, che se applicato correttamente non provoca praticamente alcun effetto collaterale, a parte un’occasionale nausea. Il protossido d’azoto trova impiego in medicina da oltre 150 anni ed è perciò uno dei mezzi di sedazione meglio studiati. Con milioni di applicazioni registrate presso dentisti statunitensi nessuno studio clinico ha registrato alcun incidente mortale o pericoloso per la vita, dunque il protossido di azoto è considerato la più sicura forma di sedazione in odontoiatria. Come per qualsiasi altro farmaco, anche per il protossido d’azoto vi sono alcune, anche se poche, controindicazioni, cioè circostanze che ne sconsigliano l’uso:
IL PROTOSSIDO D’AZOTO NELLA TERAPIA DELLA FOBIA DENTALE Nel contesto della nostra filosofia, che mira ad eliminare durevolmente la paura del dentista, il protossido di azoto è uno strumento praticamente perfetto. A differenza dell’anestesia generale o della sedazione con Valium, grazie al protossido di azoto il paziente attraversa il trattamento senza paura e in completa distensione pur rimanendo pienamente cosciente, anche se si tratta di uno stato di coscienza modificato, cosa di estrema importanza ai fini terapeutici. Già la buona riuscita del test preliminare con protossido d’azoto in occasione della prima visita, fa sì che il paziente abbia nettamente meno paura della prima seduta di trattamento. Dopo il primo trattamento sotto protossido di azoto, infatti, il paziente ha potuto constatare che la sedazione funziona, aiutandolo a superare la propria fobia dentale. In tal modo si spezza il circolo vizioso formato della "paura della paura". L’esperienza ha indicato che molti pazienti di seduta in seduta necessitano di sempre meno protossido di azoto, fino a rinunciare spontaneamente alla sedazione. Abbiamo così raggiunto il nostro obiettivo, cioè vincere la dentofobia ed essere in grado perciò di trattare i pazienti in modo del tutto normale senza alcuna sedazione.
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